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Nuntio Vobis
feb
12
2018
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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lunedì 12 febbraio 2018 |
SALTA!
Quale ricorrenza ti sta più a cuore? Il compleanno? L'onomastico? L'anniversario del primo bacio? Il giorno del matrimonio? La data della tua assunzione lavorativa?
Ogni festa ha la sua bellezza e il suo giorno fisso. No? Natale sarà sempre il 25 dicembre. Il tuo compleanno sarà sempre lo stesso giorno. Quella data tanto importante sarà sempre la stessa sul tuo cuore. Ma la Pasqua, no.
Non ti pare curioso? E penzare che si tratta pure della festa più importante dell'anno, per i cristiani! Ebbene sì: il giorno solenne della vittoria di Cristo sulla morte è un giorno mobile. Non puoi fissarlo una volta per tutte.
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feb
12
2018
Riflessioni
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Scritto da Redazione
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lunedì 12 febbraio 2018 |
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feb
11
2018
Papa Francesco
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Scritto da Redazione
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domenica 11 febbraio 2018 |
«Per il dilagare dell'iniquità, si
raffredderà l'amore di molti»
(Mt 24,12)
Cari
fratelli e sorelle,
ancora una volta ci viene incontro la Pasqua del
Signore! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno la
Quaresima, «segno sacramentale della nostra conversione»,
che annuncia e realizza la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore
e con tutta la vita.
Anche quest'anno, con il presente messaggio, desidero
aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia;
e lo faccio lasciandomi ispirare da un'espressione di Gesù nel Vangelo di
Matteo: «Per il dilagare dell'iniquità l'amore di molti si raffredderà»
(24,12).
Questa frase si trova nel discorso che riguarda la
fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio
dove avrà inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei
discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in
cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi,
alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei
cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo.
I falsi profeti
Ascoltiamo questo brano e chiediamoci: quali forme
assumono i falsi profeti?
Essi sono come "incantatori di serpenti", ossia
approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle
dove vogliono loro. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del
piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e
donne vivono come incantati dall'illusione del denaro, che li rende in realtà
schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare
a sé stessi e cadono preda della solitudine!
Altri falsi profeti sono quei "ciarlatani" che
offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano
però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio
della droga, di relazioni "usa e getta", di guadagni facili ma disonesti!
Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti
sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di
senso! Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che
è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare. E' l'inganno
della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoni... per cadere poi nel
ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro. Non fa meraviglia: da sempre il
demonio, che è «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44), presenta
il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell'uomo.
Ognuno di noi, perciò, è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è
minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non
fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro
di noi un'impronta buona e più duratura, perché viene da Dio e vale veramente
per il nostro bene.
Un cuore freddo
Dante Alighieri, nella sua descrizione dell'inferno,
immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio;
egli abita nel gelo dell'amore soffocato. Chiediamoci allora: come si raffredda
in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l'amore
rischia di spegnersi?
Ciò che spegne la carità è anzitutto l'avidità per il
denaro, «radice di tutti i mali» (1 Tm 6,10); ad essa segue il rifiuto
di Dio e dunque di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra
desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti.
Tutto ciò si tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti
una minaccia alle nostre "certezze": il bambino non ancora nato, l'anziano
malato, l'ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non
corrisponde alle nostre attese.
Anche il creato è testimone silenzioso di questo
raffreddamento della carità: la terra è avvelenata da rifiuti gettati per
incuria e interesse; i mari, anch'essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i
resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli - che nel disegno di
Dio cantano la sua gloria - sono solcati da macchine che fanno piovere
strumenti di morte.
L'amore si raffredda anche nelle nostre comunità:
nell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium ho cercato di descrivere i
segni più evidenti di questa mancanza di amore. Essi sono: l'accidia egoista,
il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue
guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che
è apparente, riducendo in tal modo l'ardore missionario.
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gen
30
2018
Annunci Parrocchiali
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Scritto da Angela Fariello
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martedì 30 gennaio 2018 |
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gen
17
2018
Riflessioni
|
Scritto da Redazione
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mercoledì 17 gennaio 2018 |
Il messaggio del nostro Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci
"Il Signore ti invita a sognare". Questo messaggio che Papa Francesco ha rivolto ai giovani di tutto il mondo il 30 luglio 2016 a Cracovia, nella veglia della Giornata mondiale della gioventù, viene riproposto ai ragazzi e ai
giovani della nostra diocesi.
Giuseppe, l'icona biblica che ci sta accompagnando nel cammino pastorale di quest'anno, è il modello del giovane che impara a leggere giorno dopo giorno il sogno che Dio ha su di lui: quello di una vita piena, realizzata e
feconda, attraverso la quale servire e salvare la sua famiglia e tutto il suo popolo.
Ogni giovane sia come Giuseppe: un cercatore del sogno di Dio che una volta intravista la scintilla della propria vocazione, avverta il bisogno di trovare degli adulti capaci di ascoltarlo e accompagnarlo. "Come adulti (genitori, educatori, presbiteri, vescovi) abbiamo la responsabilità di ascoltare i sogni dei giovani, dei figli! (Di generazione in generazione).
In particolare, in questa giornata, preghiamo per il Seminario arcivescovile diocesano, che da più di 400 anni nella nostra diocesi è il «sicomoro» "sul quale generazioni di ragazzi e giovani si sono arrampicati per poter meglio vedere il senso della propria vita incrociando lo sguardo di Gesù". (Cerca e troverai).
Talvolta abbiamo l'impressione che si vada diffondendo la convinzione che la vocazione possa essere percepita e accolta solo in età giovanile, se non addirittura adulta. Di qui, lo scarso impegno da parte dei sacerdoti, degli
educatori e dei catechisti nel presentare e proporre ai ragazzi e agli adolescenti la vocazione al sacerdozio. L'esperienza, al contrario, ci dice che la gran parte delle cosiddette vocazioni "adulte" sono il frutto di un pensiero, di un appello percepito già in tenera età, anche se maturati poi in età giovanile, perché non sempre incoraggiati
e sostenuti.
Perciò, invito tutti i sacerdoti, educatori, catechisti a proporre e rilanciare nelle comunità soprattutto il cammino dei "Ragazzi Emmaus", che quest'anno festeggia il suo ventesimo anno dalla sua nascita; è l'esperienza di ragazzi di scuola media che, animati da un desiderio autentico di amicizia con il Signore, una volta alla settimana, condividono il pomeriggio con i seminaristi residenti in seminario, cercando di scoprire il sogno di Dio per la loro vita.
La Giornata del Seminario sia per tutte le comunità un'occasione per presentare la vocazione al sacerdozio, per riflettere su come annunciarla e accompagnarne la risposta nei ragazzi, negli adolescenti e nei giovani e infine per sostenere anche economicamente la comunità del nostro Seminario.
Gesù, Buon Pastore, vegli sulla nostra Chiesa locale e le doni pastori santi e sapienti.
Bari, 6 dicembre 2017
+ Francesco, Arcivescovo
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